Eccoci qui, questa volta mando in vacanza il mio narratore perchè non voglio raccontare una ricetta bensì un viaggio fatto mesi fa, tanto, ma tanto atteso e veramente goduto: Amsterdam, una delle varie Venezie del nord (fino a qualche giorno fa pensavo fosse la sola, poi ho scoperto che anche Copenaghen è detta così, quindi, a sforzarci magari ne salteranno fuori anche altre!).
Comincio col dire che Amsterdam è bella, bellissima, una delle città più belle che io abbia visto, ma mi ha dato l’idea di San Marino: una serie di negozi e attività commerciali con azzeccate dietro, a volte poco visibili, mura storiche. Ogni cosa è studiata a misura di turista (Amsterdam è invasa da turisti!), non importa da quale parte del mondo provenga e questo ha i suoi svantaggi, ma anche i suoi vantaggi. Fra i primi c’è sicuramente la mancanza di fascino di certe zone dove, soprattutto nel primissimo centro, come ho già detto, dietro le insegne di grandi magazzini, notissimi fast food e pubblicità, si notano palazzi del diciassettesimo secolo con la loro architettura lineare. Inoltre, ogni oggetto tipico dalla ceramica Delft (quella blu e bianca) ai tomi di formaggio, dai bulbi di tulipani ai sacchettini di cannabis sembrano (anzi sono) messi lì per il turista che li deve comprare. Non esiste un posto dove mangiare specialità olandesi, o meglio ristoranti semi-tipici esistono pure, ma sono carissimi e, come mi ha detto prima di partire un collega olandese dell’ingegnere, ti spacciano cibi normali per specialità locali. Vantaggi: non ci sono problemi a portare souvenir a casa; quello che ti passa per la testa di mangiare dal vietnamita al senegalese, dall’hamburger alla piadina, lo puoi mangiare senza problemi, in qualsiasi zona della città; se si necessita di qualcosa, qualsiasi cosa, si può tranquillamente comprare in uno degli Albert Heijn in giro per la città; si può andare in bagno in qualsiasi bar, super market, museo, fast food, stazione dei treni, sono sempre pulitissimi: basta pagare 50 centesimi a pipì (a volte, però, Matilde poteva fare pipì gratuitamente).
Ok. cosa bisogna sapere prima di partire?
- Ad Amsterdam c’è un tempo orribile. Noi ci siamo stati in tarda primavera/inizio estate ed era incredibilmente instabile: c’era il sole, dopo mezz’ora diluviava, poi di nuovo il sole, quindi ancora una pioggerellina sottile che ti si infila ovunque. Di conseguenza l’ideale è partire con le mantelline impermeabili (o neanche a dirlo, comprarle ad Amsterdam) e un paio di ombrellini piccoli.
- Stilare in anticipo un programma chiaro di cosa si vuole fare fare e vedere: Amsterdam offre tutto e questo crea forti indecisioni. Se c’è in programma di visitare qualche museo, prenotare on-line il biglietto di entrata, pena code chilometriche.
- Attenti alle bici.
- La città è servita benissimo dai tram. Si possono fare biglietti giornalieri o consultare gli addetti alle biglietterie per acquistare soluzioni più consone al proprio soggiorno.
- Non ostante la città abbondi di turisti, è difficile cenare dopo le 21:30, non tutti i ristoranti ti servono dopo quell’orario.
- Attenti alle bici.
- I siti internet della città offrono tour costosissimi che in loco o costano meno o si possono fare con mezzi normali a prezzi ridicoli (per esempio Zaandam).
- Attenti alle bici (non è una ripetizione… è che proprio bisogna stare attenti alle bici.)
Mi pare di aver detto tutto, cominciamo.
GIORNO 1
Siamo partiti con un volo diretto da Napoli su Schipol, neanche lo dico che siamo partiti con il sole e siamo atterrati nel pomeriggio con il diluvio. Direttamente in aeroporto abbiamo fatto i biglietti per i mezzi pubblici che ci sarebbero serviti per il nostro soggiorno e abbiamo preso un treno che ci ha portati nella zona dove avevamo l’albergo, poco oltre il centro fieristico RAI, leggermente in periferia. Dopo esserci sistemati in camera, siamo scesi, abbiamo preso il tram 4 (il nostro hotel era al vicinissimo al capolinea) che ci ha portato alla stazione centrale dove avevamo necessità di appuntarci gli orari dei treni per la gita del giorno dopo e che, oltre ad essere un punto di partenza ottimale per una visita alla città, è bellissima e merita un’occhiata. Da lì abbiamo passeggiato lungo la Damrak fino a piazza Dam, abbiamo proseguito sulla stessa strada che prende il nome di Rokin, fino alla Rembrandtplein. Quest’ultima non è una piazza enorme, ma molto carina, circondata da numerosi locali, frequentatissima da artisti di strada. La piazza è sorvegliata dalla statua in bronzo del celeberrimo artista, ma troviamo anche la riproduzione a grandezza d’uomo, di un suo quadro “La ronda di notte“. Siccome ad Amsterdam fa buio tardi, non ci eravamo accorti che erano le 22 passate, quindi visto che le creature dovevano mangiare siamo entrati nella Burgerfabrik su Reguliersbreestraat dove abbiamo mangiato buoni panini (si scelgono carne e farcitura) e bevuto ottima birra. Poi via in albergo per riposare.


GIORNO 2
Ci siamo alzati di buon mattino e il tempo ci ha aiutati
perchè c’era il sole. Ci siamo diretti in stazione centrale dove per la modica cifra di 4,6 euro a testa abbiamo preso un treno che ci ha portati nel paesino dei mulini a vento: Zaandam. Mi piace sottolineare questa cosa, non perchè sia una fanatica delle ferrovie olandesi, ma perchè su internet ho visto che la stessa gita viene organizzata con pullman privati per 50 euro (sempre a testa), che credo sia una follia. Per raggiungere Zaandam in treno, dunque, dalla Amsterdam Central (la stazione centrale) si deve prendere il treno per Uitgeest e scendere alla quarta fermata Koog-Zaandijk. Il viaggio dura circa mezz’ora. Usciti dalla stazione si percorre il viale che si prospetta davanti, si passa accanto ad una fabbrica di cioccolato profumatissima, si oltrepassa il ponte sul fiume Zaan e si è arrivati. Il paesino è incantevole: il primo edificio che si incontra è il museo dell’orologio (che non abbiamo visitato, ma è visitabile con una spesa di 4euro). Tutto il paesino si svolge lungo il fiume e davvero sembra di essere stati proiettati in una favola: mulini a vento, casette basse immerse in giardini lacustri, stagni ricchi di cigni, anatre… insomma val bene la passeggiata. I mulini a vento possono essere visitati pagando un biglietto di 2,5euro (i bambini non pagano) e noi abbiamo visitato quello dove si tagliava il legno. Il pranzo lo avevamo portato al sacco, ma nell’eventualità c’è un ristorantino dove poter mangiare un boccone (ma non so nè quanto si paga nè qual’è la qualità del cibo). La visita al paesino dura al massimo tre ore (dipende da quante volte vi fermate a fotografare il paesaggio) e nel primo pomeriggio abbiamo ripreso il treno per tornare in città.
Usciti dalla stazione siamo andati a destra, incamminandoci verso il Jordaan, quartiere delizioso fatto tutto di viuzze e vicoletti, dove sono ancora visibili le antiche targhe in pietra sopra le vecchie botteghe artigianali. Passeggiando lentamente lungo i canali, siamo approdati in Kwakersplein. E cosa c’è di tanto
interessante in questa piazzetta? Una struttura in metallo rossa dove i bambini si possono arrampicare. La più piccola delle mie figlie (6 anni) che sembrava stremata (le distanze che abbiamo coperto a piedi erano notevoli) si è ripresa e ha cominciato ad arrampicarsi su e giù dalla struttura chiacchierando amabilmente con i bambini olandesi che giocavano lì. Si capivano? Boh! Noi adulti abbiamo approfittato per rilassarci e bere un bicchiere di vino al Du Cap, localino radical chic della piazza.

A 100mt da questa piazzetta, in Bellamyplein, c’è il Foodhallen, un altro posto terribilmente turistico, ma dove, prendendola con lo spirito giusto siamo stati benissimo. Il Foodhallen è un capannone dove sono presenti numerosi stand gastronomici di street food e dove si può mangiare cibo di ogni parte del mondo. E’ una cosa comunitaria: si va a prendere il cibo allo stand scelto, la birra al bancone centrale e poi ci si siede ai tavoli insieme ad altre persone. Io e la mia figlia più grande abbiamo optato per due naan indiani allo Shirkhan, uno con pollo, l’altro con agnello; mio marito al Viet View, ha preso dei roll vietnamiti, un pò troppo leggeri per la fame che aveva e quindi dopo è andato al The rough kitchen per farsi fare un piatto a base di carne che Man vs Food gli faceva un baffo! La mia seconda figlia invece è andata al KFC, dove la K questa volta non sta per Kentucky bensì per Korean e finalmente ha potuto mangiare con le bacchette il pollo fritto; la piccolina, affamatissima, ha scelto da Bulls and Dog un hot dog con carne di manzo (è uno posto dove l’hot dog lo fanno come dici tu). Come se non bastasse da Maza abbiamo ordinato due porzioni di falafel. Alla fine dei giochi abbiamo speso in cinque circa 30euro (meno che in un fast food). Sazi e stanchissimi siamo andati a nanna.
Il viaggio continua….
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8 Comments on Amsterdam con bambini in quattro giorni (Parte prima)
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[…] post precedente abbiamo parlato della nostra prima giornata passata a Zaandam e di Food Hallen. Oggi proseguiamo il […]
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[…] spesso proposti a pagamento ma che possono essere fatti con una spesa irrisoria, come abbiamo detto qui e […]
SABRINA RABBIA
17 Ottobre 2016 at 15:37 (8 anni ago)CHE POSTI SPLENDIDI, NON CI SONO MAI STATA, QUINDI TI RINGRAZIO PER AVERMI DELIZIATO, BRAVA!!!BACI SABRY
zia consu
17 Ottobre 2016 at 18:54 (8 anni ago)Che gran voglia di partire…aspetto la prossima parte 🙂
antonella
18 Ottobre 2016 at 13:42 (8 anni ago)Ciao Patty, bellissime le immagini e delizioso il tuo racconto. Aspetto la prossima puntata. Baci!
Melania
18 Ottobre 2016 at 13:46 (8 anni ago)Io non l’ho mai visitata, ma vorrei tanto. E spero si possa fare durante le vacanze estive. Pare essere l’unico momento buono per prendersi cura di se.
Le tue foto me ne danno solo conferma di cotanta bellezza. E aspetto di veder la restante parte.
Ti stringo forte.
Vanessa
19 Ottobre 2016 at 10:23 (8 anni ago)Amsterdam è una città che non ho mai visitato… e sì che ne parlo da anni, forse 10, forse più di organizzare un lungo w-e da quelle parti! Salvo il tuo post e tengo a mente il concetto essenziale: attenti alle bici! Un abbraccio!
ipasticciditerry
19 Ottobre 2016 at 16:56 (8 anni ago)Ci sono stata tanti anni fa, nella mia vita precedente, quella dove ogni due per tre ero in giro per il mondo. Sono stata fortunata, ho fatto moltissimi viaggi e Amsterdam (ma veramente tutta l’Olanda merita!) devo dire che mi è rimasta nel cuore. Compresa la nostra camera d’albergo, praticamente 3 metri per 3 … con un bagno piccolissimo che se non chiudevi la porta non potevi andare al … ehm a fare pipì ecco. Abbarbicata al quarto piano (naturalmente senza ascensore) di questo palazzo antico, dove al mattino per colazione non c’era nemmeno il latte caldo! Ahahahhh e pensa che costava un botto! Non è che siamo andati in una pensioncina del cavolo … Noi siamo stati fortunati, si pioveva ogni due per tre, ma nel complesso abbiamo trovato giornate miti, nonostante fossimo a ottobre. Bellissimo il tuo reportage, così come anche le foto. Aspetto il resto e ti bacio