Antipasti

Parliamoci chiaro, l’insalata caprese è il cibo estivo per eccellenza: fresca, leggera, ma soprattutto senza cottura. In più la cuoca di reputa una donna fortunata perchè abita nella terra della mozzarella, quella buona… quella che hai difficoltà a tagliare, che rilascia un sacco di liquido di governo saporito e che quando la mastichi fa gnic gnic sotto i denti.
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Primi piatti

Gli gnocchi alla sorrentina riportano la cuoca all’infanzia, quando qualche volta si usciva a mangiare con tutti i parenti e quello era il piatto che veniva ordinato per i bambini. Ancora oggi la cuoca impazzisce per il sapore della mozzarella mischiato a quello del sugo fresco…
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La genovese è un sugo che risolve il primo e il secondo piatto grazie alla carne che viene cotta nelle cipolle. Il sapore è incredibile.
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Ogni casa campana ha la sua personale ricetta di pasta di pasta e patate. C’è chi la fa più brodosa, mentre a casa mia l’abbiamo sempre mangiata azzeccata azzeccata, profumata con la pancetta, con un giro di cubetti di provola sopra, belli filanti…
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Spaghetti con datterini e mozzarella
Questi spaghetti non sono un piatto tradizionale ma raccontano la città dove abita la cuoca: la mozzarella di bufala dop, i pomodori datterini e il maialino nero, prodotto riscoperto negli ultimi anni
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Secondi piatti

La genovese è un sugo che risolve il primo e il secondo piatto grazie alla carne che viene cotta nelle cipolle. Il sapore è incredibile.
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Verdure e contorni

Fidatevi, questa è la parmigiana più buona del mondo. E’ quella che segue il disciplinare di mia suocera, napoletana super DOC: con tanto sugo, con tanto parmigiano e basilico a esagerazione!
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Dolci

Il casatiello dolce è un lievitato tipico di Pasqua. La nonna della cuoca lo faceva buonissimo e qualche giorno prima delle festività, lo faceva recapitare alle sei famiglie dei suoi figli, che sarebbero andate tutte ad invadere la sua casa la domenica per il pranzo pasquale
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Le castagnole portano allegria, sono come delle ciliegie di carnevale: una tira l’altra. Hanno un’origine antichissima, se ne trova traccia nei ricettari del 1600 della famiglia D”Angiò…
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E’ il dolce tradizionale napoletano per eccellenza, nato perchè i napoletani regalarono i sette ingredienti più preziosi alla sirena Partenope, che aveva fatto dell’isolotto di Megaride la sua casa e allietava le giornate con il suo canto melodioso. Per riconoscenza, lei li amalgamò e venne fuori questo spettacolo
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Anche le origini degli struffoli sono antichissime: li si fa risalire a quando Napoli era una colonia greca e quindi il loro nome sembra derivi dalla parola “strongoulos” cioè “arrotondare”. Questi sono quelli che fa mia madre, che li fa come faceva sua madre, e anche io come lei, mi sono fatta dare una mano…
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Quando la cuoca era bambina, in occasione dell’onomastico del fratellino Giuseppe, la regina madre preparava queste ciambelline, profumate di limone e vaniglia, che fatte per San Giuseppe non arrivavano a vedere l’alba di Santa Claudia, quindi al grande castello venivano chiamate “Zeppole di San Giuseppe”, ma zeppole di San Giuseppe non sono…
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Sapete quando capita Santa Patrizia? Ve lo dico io: il 25 agosto. Aggiungo pure che Santa Patrizia è compatrona di Napoli insieme a Santa Maria Assunta, a San Gennaro e ad un’altra trentina di Santi. Si, Napoli è una città molto protetta. Santa Patrizia, esattamente come fa San Gennaro il 19 settembre, fa sciogliere il suo sangue in un’ampollina, ma non lo sa nessuno. Cosa centra Santa Patrizia con le zeppoline di San Giusiuseppe? Venite a vedere…
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Casatielli e lievitati

Ai tempi in cui Napoli era una colonia greca, il casatiello veniva preparati per festeggiare Demetra. Con on l’avvento del cristianesimo divenne il simbolo della resurrezione di Gesù: le strisce di pasta che ingabbiano le uova rappresentano la croce, mentre la sua forma ad anello suggerisce la ciclicità della vita
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Secondo tradizione orale si pensa che le clarisse del Monastero situato nel centro di Napoli li preparassero, distribuendoli ai poveri che andavano a cercare ristoro nel meraviglioso chiostro maiolicato immerso nei glicini viola. Essendo fatti con patate e strutto riempivano un pò di più le pance di coloro che non potevano permetterselo, ma sempre però con gli ingredienti poveri regalati dalla terra e dal mare, come pomodorini e alici.
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I panini napoletani vengono fatti con i rimasugli dei salumi che vengono battezzati “robba ammiscata” e che credo si vendano ancora in alcune salumerie di Napoli…. cioè, i pezzettini sottovuoto si vendono ovunque, ma non dappertutto si chiamano “robba ammiscata”. Per intenderci è ciò che avanza al salumiere: il gambetto, i cento grammi di fondo di salame che non si riesce più ad affettare, la fetta di provolone sola soletta sul bancone…. che costa la metà delle parti originali.
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La pizza a Napoli è il cibo quotidiano. Questa che presento qui è la versione, idratata 80%, in teglia fatta dal Maestro Francesco Martucci, titolare della ormai famosissima pizzeria I Masanielli.
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I taralli nascono dagli scarti degli impasti, a cui veniva aggiunta la sugna e il pepe, già dal 1700, per nutrire i poverelli che non avevano i mezzi per comprare il pane. Successivamente gli è stato dato un tocco religioso, aggiungendo le tre mandorle che rappresentano i chiodi della crocifissione di Gesù.