Com’è noto, in tutte le case e anche al Piccolo Castello, a Natale si preparano gli struffoli che tutto il mondo conosce e ci invidia. Ma da dove nascono queste deliziose palline ricoperte di miele che quando si mangiano non ci si riesce a fermare? Facendo una ricerca, pare che a Napoli, li abbiano portati i greci illo tempore, al momento della loro colonializzazione dell’Italia del sud e che il nome originale si riporti a στρόγγυλος (stróngylos, pron. “strongoulos” o “stroggulos“) che significa “di forma tondeggiante“. Le cap e pezz (le monache) che ne hanno sempre saputa una più del diavolo, recuperarono la ricetta. Fra il XVI e il XVII secolo abbiamo alcuni documenti che testimoniano la produzione di struffoli presso il Convento della Chiesa della Croce di Lucca (chiamata così perchè si venerava un crocefisso proveniente da Lucca), eretto per l’ordine delle Carmelitane scalze, nel centralissimo quartiere napoletano di Montecalvo. Le monache, che accoglievano le orfanelle e le illegittime della città, vivevano di carità, di offerte della nobiltà napoletana che tanto aveva bisogno delle preghiere delle religiose e di quello che veniva piantato e allevato all’interno del Convento. Quindi a Natale si rimboccavano le maniche e preparavano Struffoli, Susamielli, Roccocò, Mostacciuoli e ne facevano dono ai nobili che durante l’anno si erano distinti per le loro generose offerte. Oggi il convento non esiste più, è stato abbattuto circa due secoli fa per fare spazio agli edifici del Policlinico, ma la chiesetta se pur sconsacrata, è ancora lì.

Per fortuna anche gli struffoli sono stati tramandati di casa in casa dalla mamma, dalla nonna o dalla zia cap e pezz che tutti abbiamo in famiglia e un pò come nel caso della pastiera, a detta dei diretti interessati, gli struffoli “buoni come i miei non si trovano da nessuna parte”!

Questa è la ricetta della mamma della cuoca, ricevuta dalla sua mamma, ricevuta da non si sa chi… ed è il nostro contributo per la GN dei dolci del Convento per il Calendario del Cibo

INGREDIENTI (x 4 vassoietti da 24cm)

1Kg di farina
8 uova
20gr di sale
1 cucchiaio di zucchero
150gr di burro
i semini di 1/2 bacca di vaniglia
la scorza grattugiata di mezzo limone
1 bicchierino di anice

per la copertura di miele
300gr di miele
150gr di zucchero
1/2 bicchiere di anice (la mia nonna usava il vermut   – la vermutt’)

per la frittura:
olio di semi

per la decorazione:
canditi, diavolini colorati, confettini bianchi

PROCEDIMENTO:

Unire tutti gli ingredienti e formare una palla morbida ed omogenea. Prelevare una parte di impasto e formare un serpentello abbastanza sottile. Con un coltello tagliare il serpentello formando dei piccoli cubetti. Man mano che sono pronti metterli sotto una tovaglia in modo da non farli seccare. Quando sono tutti pronti, prendere una padella bella capiente e versarci l’olio per la frittura, tanto ma non troppo perchè gli struffoli quando friggono fanno schiuma. Friggere pochi struffoli per volta e metterli man mano si una carta assorbente. Finita la frittura, in una pentolona mettere il miele, lo zucchero e il liquore, portare a bollore, spegnere e buttarci dentro gli struffoli. Girare con cura in modo che tutti gli struffoli vengano ricoperti dal miele condito. Lasciare nella pentola e quando si sarà raffreddato versare i diavolini colorati e mescolare. Sistemare gli struffoli nei vassoietti e decorare con altri diavolini (volendo), i canditi e i confettini bianchi.

Nota: ogni castello ha il suo taglio, nel senso che c’è chi li fa grandi e chi li fa piccoli. Al castello della cuoca si fanno piccolissimi, in modo che il tempo di frittura è brevissimo. Non fateli friggere troppo perchè poi diventano sassi da fionda. Si gustano meglio dopo due tre giorni.

 

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10 Comments on Struffoli per la GN dei Dolci del Convento

  1. Lucia
    29 Aprile 2017 at 16:09 (8 anni ago)

    Pattyyy…lo sai che non conoscevo la storia degli struffoli…eppure li preparo insieme a mia mamma tutti gli anni….bellissimi i tuoi …complimenti!!!

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    • ilcastellodipattipatti
      3 Maggio 2017 at 16:18 (8 anni ago)

      Lucia l’ho imparata anche io adesso grazie alla giornata ufficiale dei dolci del convento… Anche io li faccio da una vita con mia madre, ma non sapevo assolutamente da dove venissero fuori. Per questo mi piace partecipare alle GN, si imparano un sacco di cose. Un bascione cara!!

      Rispondi
  2. fabiola
    29 Aprile 2017 at 18:44 (8 anni ago)

    sai che non sapevo che anche questa ricetta aveva origini da uj convento??!!
    bella proposta!

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      3 Maggio 2017 at 16:45 (8 anni ago)

      Neanche io Fabiola… si impara sempre! Un bascio

      Rispondi
  3. Flora
    29 Aprile 2017 at 19:43 (8 anni ago)

    Io adoro gli struffoli al miele, troppo belli da vedere e da gustare, uno tira l’altro!!!
    Grazie per aver condiviso la ricetta…
    Flora

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    • ilcastellodipattipatti
      3 Maggio 2017 at 16:46 (8 anni ago)

      Flora a casa nostra a natale è un tripudio di struffoli, viene mio fratello con la famiglia a trovarci e sono golosissimi di struffoli! un bascione

      Rispondi
  4. Daniela
    29 Aprile 2017 at 22:47 (8 anni ago)

    Non sapevo che fossero nati in un convento 🙂
    Gli struffoli hanno un solo difetto: uno tira l’altro.
    Bellissime le mani in pasta!

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    • ilcastellodipattipatti
      3 Maggio 2017 at 16:48 (8 anni ago)

      Daniela hai ragione: danno assuefazione! 😀 un bascione

      Rispondi
  5. alessandra
    1 Maggio 2017 at 10:50 (8 anni ago)

    mi accodo all’elenco dei “non sapevo”- e ci aggiungo che non li ho mai fatti. mi sembravano difficilissimi. Ora leggo questo post, guardo quelle manine e penso che forse ce la posso fare. Con la benedizione di tutte le monache del convento, naturalmente!

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      3 Maggio 2017 at 16:48 (8 anni ago)

      Ma va, non ci credo che pensi siano difficili… vedi che le cape di pezza saranno felicissime se li rifai! 😀 Un bascione grande

      Rispondi

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