Nel post precedente abbiamo parlato della nostra prima giornata passata a Zaandam e di Food Hallen. Oggi proseguiamo il nostro viaggio ad Amsterdam.

Piccolissima nota prima di procedere. Per farvi capire quanto è variabile il tempo ad Amsterdam a giugno, sappiate che (magari non in questa sequenza) tutte le foto di questo articolo sono state scattate in una sola giornata.

Ci siamo svegliati sotto il diluvio universale… Acqua a secchiate. C’era Noè alle prese con le ultime martellate dell’Arca. Con me avevo portato le mantelline da pioggia e un ombrellino, ma visto che eravamo cinque sono scesa giù al negozietto per comprare altri ombrellini. La commessa quando le chiedo gli ombrelli mi dice: “Lascia perdere gli ombrelli, ho le mantelline”. Dico: “Le mantelline le ho anche io” … mi ha guardata con gli occhi sgranati, come fossi una pazza appena uscita da una terapia d’urto. In effetti ad Amsterdam sono tutti dotati di un impermeabile, un k-way o una mantellina, ma non di ombrelli, poco pratici, soprattutto per il fattore bicicletta: non si può guidare reggendo in mano un ombrello.

Ok, quindi carichi di pranzo al sacco, mantelline e ombrelli, partiamo alla volta del Van Gogh Museum. Ma come, …e Matilde? La bambina era stata ampiamente minacciata di non vedere più giostrine se non mi avesse fatto visitare il museo in pace.

van-gogh-museum-external

 

Museumplein, o come l’abbiamo ribattezzata noi La spianata dei Musei, è un posto incredibile: una vastissima piazza intorno alla quale sono situati il Van Gogh Museum, lo Stedeljik Museum (dedicato al design e all’arte contemporanea), la Concertgebouw, il Rijksmuseum (dove si può viaggiare attraverso quattro secoli di storia dei Paesi Bassi, attraverso le opere d’arte di famosissimi artisti, come van Dijck, Rembrandt o Vermeer) e dove si trova la fontana con la scritta IAmsterdam davanti alla quale ci si ammazza di selfie e fotografie, a testimonianza del proprio passaggio. Consiglio per il Van Gogh Museum, come per qualsiasi altra visita ai vari musei: fare il biglietto on line sul sito del museo, c’è anche l’indicazione sugli orari meno affollati della giornata. L’ingresso al museo costa 17 euro per gli adulti, mentre invece i ragazzi sotto i 18 anni non pagano. Mentre noi entravamo direttamente nella hall del museo, alla nostra sinistra c’era la biglietteria, davanti alla quale c’erano, sotto la pioggia torrenziale, che nel frattempo non aveva accennato a smettere, almeno trecento persone che aspettavano il loro turno per fare il biglietto…. ho avuto pena per loro.

van-gogh-museum

 

Allo spogliatoio del museo abbiamo dovuto lasciare tutto: borse ombrelli, zaini, l’unica cosa che mi hanno lasciato portare è stata la macchina fotografica con l’intimazione (perchè di questo si è trattato) di non fare foto ai quadri, con o senza flash. Sempre lì abbiamo affittato le auricolari e i tablet per le spiegazioni dei quadri e della vita del pittore e ci hanno consegnato anche dei giochi interattivi per le ragazze, basati sui quadri esposti. Quindi anche Matilde ha avuto il suo piacere nella visita al museo. Ci sono anche “stazioni” dove i ragazzi possono sperimentare con i colori o tentare di riprodurre un quadro su uno schermo luminoso. La visita al museo dura circa tre ore e sia per gli amanti dell’arte, sia per chi volesse conoscere un pò di più di questo artista geniale e incompreso, vale davvero la pena andarci. Sono esposti quadri famosi come “I mangiatori di patate”, “La sedia di Gauguin” (che personalmente trovo estremamente commovente) e “I Girasoli“. Alla piccola Matilde tre cose sono rimaste impresse: che Van Gogh si fosse tagliato un pezzo di orecchio in preda ad un attacco d’ira, che fosse morto suicida e I Girasoli, che secondo lei è il quadro più bello del mondo 😀 .

Usciti dal museo, per fortuna aveva smesso di piovere e il sole stava prepotentemente facendosi largo attraverso le nuvole,  ci siamo diretti verso il Rijksmuseum prospiciente una lunghissima vasca, a destra della quale ci sono delle strutture in legno e in corda dove i bambini possono giocare e lì ci siamo seduti a mangiare il nostro pranzo al sacco.

 

rijksmuseum

 

Dopo esserci abbondantemente riposati siamo andati verso la famosa scritta IAMSTERDAM dove abbiamo scattato un sacco di foto come tutta l’orda di turisti presenti in quel posto.

 

museumplein

 

Quindi siamo passati nel tunnel sotto il museo dove c’era un artista che suonava l’arpa e ha creato un momento magico, di incredibile poesia, bello a tal punto che io e le ragazze ci siamo fermate ad ascoltarlo e goderci la bellezza del portico. Da lì ci siamo incamminati su Museumbrug fino allo Herengracht (dico la verità, non mi ricordo se la strada mantiene lo stesso nome per tutta la lunghezza) e abbiamo raggiunto Koningsplein e da lì il mercato dei fiori, il Bloemenmarkt.

 

bloemenmarkt

 

Non è grandissimo, ma è molto caratteristico. Ci si può acquistare dai bulbi di tulipani ai semi di cannabis… ma non so se questi si possono portare in Italia.

Passeggiare in una città tanto diversa dalle nostre, significa scoprire una novità ad ogni angolo da fotografare…

un’elegante palazzina che si specchia nel canale…

 

amsterdam-casa

 

due innamorati a bordo canale…

 

amsterdam-canali

 

le petunie che adornano tutti i ponti…

 

amsterdam-canale

 

un vicolo pieno di bici…

 

amsterdam-bici

 

…la magnifica Piazza Dam, con il suo Palazzo Reale

 

koninklijk-paleis

 

…nella quale capita di fare anche incontri molto particolari….

 

strani-incontri

 

Non si nota molto, ma nella mano sinistra Il sig. Morte reggeva un cannone… Ho riso mezz’ora prima di riuscire a fare questa foto!

 

Camminando camminando si sono fatte le 20:00 ed eravamo a pezzi (soprattutto le ragazze che cominciavano ad essere fastidiose), quindi ci siamo fermati da Geflipt che era in zona e abbiamo cenato.

Dopo di che… a nanna!

Facebook Comments

9 Comments on Amsterdam con bambini in quattro giorni (parte seconda)

  1. Andreea
    8 Novembre 2016 at 10:40 (7 anni ago)

    Bellissime foto, complimenti, avete fatto un bel viaggio con dei posti meravigliosi !

    Rispondi
  2. m4ry
    8 Novembre 2016 at 12:21 (7 anni ago)

    Mi sono letta l’altro post e pure questo 🙂 Amsterdam è una meraviglia…mi è rimasta nel cuore. Ne conservo ricordi bellissimi e spero di tornarci presto, perché mi farebbe tanto piacere. Grazie per il tuo racconto e per le immagini 🙂 Ciao Patti bella :*

    Rispondi
  3. antonella
    8 Novembre 2016 at 13:55 (7 anni ago)

    Bellissimo e divertente come sempre questo racconto di viaggio. Mi fa venire una voglia di vacanza!! Foto deliziose. Ciao Patty!

    Rispondi
  4. sandra
    9 Novembre 2016 at 12:55 (7 anni ago)

    ho un ricordo meraviglioso anche io di Amsterdam, ci sono stata una vita fa, dovrei ripetere.
    grazie per questo reportage fotografico e saluti Matilde…..
    un abbraccio

    Rispondi
  5. speedy70
    9 Novembre 2016 at 16:28 (7 anni ago)

    Splendide foto, bellissimo reportage, grazie cara!!!

    Rispondi
  6. ipasticciditerry
    9 Novembre 2016 at 17:17 (7 anni ago)

    Tesoro grazie per queste bellissime foto e racconto. Me le sono godute perchè, come ti avevo detto nel tuo articolo precedente su Amsterdam, mi era piaciuta tantissimo e rivedere le foto, mi ha fatto tanto piacere. Un bacione cuoca del mio cuore

    Rispondi
  7. gwendy lanuti
    9 Novembre 2016 at 18:04 (7 anni ago)

    Wow,Amsterdam è meravigliosa!!!!!!Mi hai fatto venire un gran voglia di visitarla!!!!!!
    Un bacione Patty cara!!

    Rispondi
  8. Silvia
    11 Novembre 2016 at 16:36 (7 anni ago)

    Mi vergogno a dirlo, mai stata, ma mi sono deliziata a leggere del tuo soggiorno;ovviamente ho iniziato dalla prima parte. ;);)
    Bascioni bella!

    Rispondi

1Pingbacks & Trackbacks on Amsterdam con bambini in quattro giorni (parte seconda)

  1. […] Conclusione: andare ad Amsterdam significa fare il turista e non il viaggiatore, basta saperlo, ma comunque è una città talmente varia, anche per la qualità del turista che la visita, che val bene passarci qualche giorno. Il consiglio mio è decidere con molto anticipo cosa si vuol vedere (soprattutto in caso di musei) e informarsi sugli itinerari spesso proposti a pagamento ma che possono essere fatti con una spesa irrisoria, come abbiamo detto qui e qui. […]

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Comment *






Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.