E lo so, dopo quattro anni mi sono accorta di non aver mai pubblicato il terzo e ultimo articolo su Amsterdam. Ma non deterrei il primato di donna più scombinata della Terra se così non fosse.
Come al solito di buon mattino, dopo un’abbondante colazione, ci siamo diretti verso il centro con il tram n. 4 e siamo scesi a Rembrandtplein.
A piedi, lungo Singel, ci siamo diretti verso Spui dove cercavo il Begijnhof, un cortile nascosto dove un tempo abitavano le Beghine, donne che vivevano come suore pur non avendo espresso i voti. Solo quattro anni fa è stato difficile trovarlo ed eravamo gli unici a visitarlo: oggi, navigando un po’ su internet, mi è sembrato di capire che anche quel luogo tranquillo e silenzioso sia diventato preda dei turisti. Ma vale comunque la pena di farci un salto.
Come si entra nel Begijnhof? Facile: o attraverso l’Amsterdam Museum o in Artplein Spui c’è una serie di case bianche tutte in fila e una marrone ed è quella dove si trova l’accesso al cortile.





Ci siamo quindi spostati verso la casa di Anna Frank, passando davanti la Westerkerk.



La casa di Anna Frank è meta di turisti e scolaresche. Se si desidera fare una visita è consigliabile pianificarla con largo anticipo e prenotarla on line perchè in pratica le code sono talmente lunghe che non vengono rilasciati i biglietti in giornata. Il costo dei biglietti è 12,5 euro per gli adulti, 6,5 per i bambini da 10 a 17 anni e 1 euro per i bambini di età inferiore ai 10 anni. Ci sono molte scale, quindi per chi ha difficoltà a camminare la visita può risultare gravosa. Le persone in sedia a rotelle non possono visitare la parte vecchia del museo (quindi anche la stanza con l’accesso segreto), ma solo la parte moderna.
Camminando camminando siamo arrivati nel cuore della città: il quartiere a luci rosse. Naturalmente, avendo le ragazzine, mi ero informata prima se fosse stato il caso o meno e andandoci di giorno non c’è niente di scabroso (a parte qualche negozio a tema sul quale siamo riusciti a farci un sacco di risate). Si, ci sono i negozi con falli in vetrina di tutti i colori, si, ci sono vetrine con le signorine in esposizione ma comunque vestite e si, l’aria che si respira non è aria, ma vi assicuro che è il quartiere più bello di Amsterdam. C’è la Oude Kerk, la chiesa più antica della città, carinissima e circondata da alberi, le case sui canali sono fra le più belle e caratteristiche, nel borgo centrale si fa un salto indietro di secoli… quindi sicuramente è una tappa da segnare per un viaggio.



L’ora di pranzo era passata da un pezzo e le ragazzine non ne potevano più di camminare, quindi ci siamo fermati a mangiare il nostro pranzo al sacco su una panchina a Beursplein e successivamente ci siamo goduti un altro momento di relax da Starbucks Damrak Shop (la figlia più grande ci teneva molto a prendere un caffè da Starbucks, questione di status).
Abbiamo fatto quindi un’altra cosa proprio da turisti della domenica, ma ci siamo divertiti tanto (e riposati ancora un altro poco): la crociera sui canali. Il mio consiglio: non c’è bisogno di prenotare in anticipo.
Alla fine della Damrak, verso la Stazione Centrale, ci sono cinque o sei moli dai quali partono ogni ora mini crociere gestite da altrettante società. Si può scegliere quella che costa meno (i prezzi variano dai 10 ai 15 euro per persona e i bambini sotto i quattro anni non pagano ma non possono occupare il posto a sedere). Naturalmente si può scegliere anche per qualcosa di più chic e personalizzato, con barchini che contengono massimo 12 persone, o aperitivo o cena su battelli romantici o anche la Hop On Hop Off Cruise, che però sconsiglio vivamente perchè a piedi Amsterdam si gira benissimo (basta andare su Tripadvisor e ce n’è un’infinità). Noi ci siamo goduti questo giro in battello sui canali della città, grazie al quale abbiamo avuto una prospettiva diversa.









Una volta finito il giro in barca, con somma gioia delle ragazze, abbiamo ripreso a camminare. Siamo andati verso Waterlooplein, passando davanti la casa di Rembrandt, poi abbiamo fatto un giro nel quartiere Ebraico, siamo passati davanti l’Opera e passati sul Blauwbrug, il Ponte Blu.



Incamminandoci lentamente su Keizersgracht siamo arrivati in Kinkerstraat dove abbiamo deciso di cenare da Jackets, un posto simpaticissimo, affacciato sul canale, dove si mangiano solo patate. Non patate fritte: qui ti portano una patata gigante condita a scelta fra chilli, maiale in salsa di whisky, salmone e ricotta, insalata di pollo o altri condimenti per vegetariani e vegani. Ottima la birra.

Conclusione: andare ad Amsterdam significa fare il turista e non il viaggiatore, basta saperlo, ma comunque è una città talmente varia, anche per la qualità del turista che la visita, che val bene passarci qualche giorno. Il consiglio mio è decidere con molto anticipo cosa si vuol vedere (soprattutto in caso di musei) e informarsi sugli itinerari spesso proposti a pagamento ma che possono essere fatti con una spesa irrisoria, come abbiamo detto qui e qui.
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