Ogni tanto la cuoca torna bambina… non nel senso che gioca con le bambole, quello lo fa ogni giorno con la fatina Ma e capisce che l’età non c’è più. Nel senso che fa dei tuffi nel passato e spesso riemerge da quei ricordi con delle cose buone.
Chi conosce la cuoca, nel leggere quanto segue rischierà un attacco cardiaco per le grasse risate, ma che ci crediate o no, la cuoca da bambina era inappetente e sottopeso.
Vabbuò, state ancora ridendo? Io fino a quando non avete finito non vado avanti.
….
Ok. Allora dicevamo. In uno dei suoi voli a ritroso nel tempo, la cuoca si è ricordata di quando le strade del borgo dove passava (e dove tutt’ora le trascorre) le vacanze erano ancora sterrate, l’asfalto ancora non era arrivato. Non c’erano macchine è vero, al massimo il trattore di Tugnin o di Pidrett, ma ciò comportava un consistente numero di ginocchia e gomiti sbucciati durante l’estate, conseguenza di corse finite male all’improvviso sul brecciolino, e che venivano sommariamente sciacquate, senza passare da mamma, che altrimenti dava il resto, nel lavatoio dove le donne portavano i panni. Erano quelle corse da una parte all’altra del borgo, da un campo ad un altro, dall’aia di tizio a quella di sempronio a dare il senso di libertà fondamentale per un bambino e che oggi manca.
Durante quei movimentatissimi pomeriggi, attraverso la canicola che minimamente affievoliva l’energia della cuoca e del gruppo di bambini con cui giocava, si sentivano i loro nomi urlati dalle madri per richiamarli per lo spuntino di metà pomeriggio… se le grida non arrivavano a destinazione partiva il tam tam delle ‘zdore: “Và chesa che la tua mamma chiama”… I decibel della voce materna che raggiungeva le orecchie dei bambini una volta giunti a destinazione era doppiamente proporzionale al numero delle ‘zdore che per strada avevano avvertito i latitanti: “Sei sempre in giro, una zingara, guardati: tutta sudata, la maglietta sporca, la faccia piena di terra… I piedi, ma ti sei vista i piedi? …” e via così, ma contemporaneamente la mano della mamma allungava quella che oggi la cuoca considera una delizia, ma che allora era un supplizio: la merenda. Va da sè, che se per caso la merenda veniva recapitata direttamente dalla madre, la mano che non recava la stessa si appiccicava violentemente sulla guancia del malcapitato che aveva preferito ignorare i richiami del destino e non solo.Che malinconia… Pane burro e zucchero, pane e marmellata (spesso calda, appena fatta), le albicocche sciroppate, i fichi sul pane tostato… tutta roba home made… non c’era altra scelta. Ma la cosa su cui la cuoca oggi si butterebbe a capofitto, era la spianata, una focaccia tipicamente romagnola, con la crema di nocciole, quel matrimonio fra il salato e il dolce, la morbidezza, i denti impastati …. ma la Regina Madre l’aveva avvertita: “Con tutto quello che mi fai penare per mangiare due bocconi stai pur certa che quando un giorno ti verrà fame, ti nasconderò il pane”…
… e così è stato, solo che la cuoca poi quel pane lo ha trovato… e da allora non ha più smesso di mangiarlo…Queste girelle sono ottime con qualsiasi affettato, formaggio o marmellata, in onore dei vecchi tempi, la cuoca le ha farcite con la crema di nocciole…. buonissime!!!
INGREDIENTI
400gr di farina (+ forse ancora un pò)
250ml di acqua
60gr di strutto (o 40ml di olio)
50gr di lievito madre rinfrescato da quattro ore
1 cucchiaino di zucchero
10gr di sale
1 rametto di rosmarino
olio+acqua per spennellare
PROCEDIMENTO
Far intiepidire l’acqua in una capiente ciotola e scioglierci il lievito madre e lo zucchero. Aggiungere lo strutto (o l’olio) e pian piano la farina, lavorando e sciogliendo i grumetti che la farina tenderà a produrre. Incorporare il sale e finire di aggiungere la farina. Rovesciare l’impasto sul piano di lavoro e lavorare fino ad ottenere una massa liscia e morbida (ce ci si riesce è meglio non aggiungere farina). Far riposare mezz’ora, riprendere l’impasto e lavorarlo ancora un pò. Ungere leggermente una ciotola e metterci l’impasto, quindi coprire con una pellicola e dopo circa un ora mettere in frigo per 12 ore. Trascorso questo tempo tirare fuori dal frigo l’impasto e farlo ambientare per un’oretta, quindi stenderlo in una sfoglia spessa 1/2 centimetro. Spennellare con un pò di olio e spolverizzare con il rosmarino. Arrotolare su se stesso e tagliare 10 fette piuttosto spesse, si otterranno le girelle. Foderare una placca con carta forno e disporre le 10 girelle orizzontalmente. Far lievitare fino al raddoppio (occorreranno circa quattro ore), accendere il forno a 180° con il grill e infornare quando sono a temperatura per 20′.
Sfornare e far raffreddare su una gratella. Quando sono fredde farcire a piacere.
SimoCuriosa
8 Settembre 2015 at 9:32 (6 anni ago)sono fantastiche Patty! mamma mia che fame… visto che ora mi vado a prendere un caffè mi ci direbbero davvero..soprattutto quella ripiena di nutella…gnammyy!!
allora come stai? come ti sono andate le ferie?
io ho avuto un po di movimento in luglio e agosto, sono riuscita comunque ad andare in ferie… sono stata risucchiata dal vortice…
rientrata domenica sera alle 22 e lunedì’alle 10 la mattina ero già al pronto soccorso..vabbbè tutto è bene quel che finisce bene
anche se ho finito la mia ultima settimana di ferie fra ambulatori visite ecc…
vabbè
ora mi ripiglio eh?
tanti baciottoli cara
SABRINA RABBIA
8 Settembre 2015 at 15:29 (6 anni ago)innanzitutto bentornata!!!!Che inizio idilliaco, una sana merenda come le tue girelle mi ci vorrebbero proprio in questo momento, bravissima!!!!Baci Sabry
Lara
8 Settembre 2015 at 16:19 (6 anni ago)mamma mia che meraviglia, pensa la tua povera mamma come ha penato però…
Natalia
8 Settembre 2015 at 16:59 (6 anni ago)Sono bellissime ma il tuo racconto lo è ancora di più.
Letto e riletto! Che emozione! Ho rivisto la mia infanzia e quella libertà che, dici bene, oggi manca e che io per prima non riesco a dare ai miei bambini ma prima erano altri tempi, meno macchine, meno motorini, meno tante cose…..
Salvo questa meravigliosa ricetta dei ricordi e ti abbraccio.
zia Consu
8 Settembre 2015 at 17:47 (6 anni ago)Bellissima e avvincente introduzione e la ricetta toglie il fiato..fame fame fameeeeee
vale
8 Settembre 2015 at 21:45 (6 anni ago)Patti che merenda golosa! la nutella..opps la crema di nocciole con la focaccia ci sta benissimo!! slurpppppp
baci
Vale
patrizia
9 Settembre 2015 at 7:48 (6 anni ago)Patrizia come sempre mi tuffo nei tuoi racconti.
La tua ricetta invintantissimi con questa proporzioni poi…. il mio lievito madre è bello ed in forza per essere utilitilizzato.
buona giornata
Paola
9 Settembre 2015 at 7:53 (5 anni ago)Questa cosa che se ti facevi male una volta a casa avevi pure il resto io non l’ho mai capita! Come probabilmente mia madre non ha mai capito come facessi da piccola a disdegnare quella tanto agognata (da altri bambini) crema di nocciole. Capitava che a merenda, mentre tutti erano in attesa della loro fetta di pane e crema di nocciole, io auspicassi a una fetta di crostata o al ciambellone. Rompiballe già da piccola 😀 Oggi pur non essendo matta di crema, comunque non la disdegno, soprattutto quando è di buona qualità, e in mezzo a questa spianata ce la vedo bene.. anche se, per mantenere alta la bandiera dei rompini, ci metterei un velo di miele e tanti fichi 😀
Bentornata cuochetta :*
Rosalba
9 Settembre 2015 at 9:19 (5 anni ago)Beh che dire… il racconto l’ho letto con piacere perché rievoca i bei tempi, per noi, che abbiamo goduto di un infanzia dove il gioco era frutto della pura fantasia e il libertà si toccava con mano… e le girelle sono super golose!
Bacio 🙂
Rosalba
9 Settembre 2015 at 9:20 (5 anni ago)Pardon… la libertà 🙂
ipasticciditerry
10 Settembre 2015 at 9:48 (5 anni ago)Ma sono io!!! E’ la storia della mia infanzia! Solo che io mangiavo ai quattro palmenti ahahahahh, avevo il verme solitario. Patty a parte il fatto che non mi è ben chiaro, da come lo hai spiegato, come fanno a venire fuori queste girelle di pane ma sono fantastiche! Proverò a farle, mi piacciono molto. Ahhh bentornata cuoca del mio cuore!