Avete messo via l’albero e le decorazioni natalizie, si? Anche la cuoca. Lei è una donna pratica: un grande albero smontato e chiuso in quattro scatole di plastica e tutte le decorazioni (dico tutte, compreso il presepe) le decorazioni in un’altra. In un’ora ha smontato tutto. Che felicità, direte voi. No, assolutamente, perchè la cuoca non deve smontare solo il suo albero di Natale, ma anche quello della Regina Madre, che ormai è anziana e non ce la fa più. Ma facciamo un passo indietro. Tutto comincia a metà dicembre, dal montaggio: se va bene, la Regina Madre dorme e così la cuoca può lavorare in piena autonomia… ma se va male è sveglia e dirige le operazioni. Allora, nel Grande Castello della Regina Madre, le decorazioni delle feste comandate sono sistemate in uno sgabuzzino sito su un soppalco a due metri e mezzo di altezza, accessibile unicamente mettendo una scala e già si cominciano ad avere i primi problemi perchè la scala non è sistemata bene, non è allineata, che quanto tempo ci stai mettendo, che quando lo facevo io ci mettevo cinque minuti e non facevo aspettare le ore come tu fai aspettare me, che tuo padre lo manderei in galera perchè non ci sta mai. Il povero Re Consorte, invece, è ai piedi della scala che raccoglie le scatole che la cuoca gli passa, avvertendolo quando il pacco è troppo pesante. Quando la cuoca annuncia che sta passando l’ultimo, la Regina Madre pretende fotografia del soppalco che testimoni l’assenza di ulteriori scatole di decorazioni.

L’albero è già stato montato dal Re Consorte (che ricordo non essere un ragazzino neanche lui) e la cuoca si accinge ad attaccare le palline, le luci, le decorazioni, ma si deve fermare ogni trenta secondi perchè la Regina Madre la chiama, perchè ci sono altri sacchetti da aprire (si, ma andiamo con ordine), perchè le luci prima di montarle sull’albero si devono provare (“Si, le ho già provate” “Non ho visto, riprovale di nuovo), perchè le decorazioni sono sistemate male, questo non è un lavoro fatto da me (tenete bene in mente questo passaggio), perchè ho bisogno di un bicchier d’acqua che a stare dietro a voi mi si è seccata la bocca, perchè non vorrai mica mettere sull’albero solo cinque serie di luci? Almeno sette otto devono essere. E così, quello che in origine doveva essere un albero di Natale si trasforma in una supernova all’apice del suo fulgore. Finito l’albero c’è il resto della casa da decorare con i due presepi, vari Babbi Natale che sbucano fuori da dove meno te lo aspetti più uno che si arrampica sul terrazzo e vari centrotavola che vengono spostati in angoli nascosti ogni volta che bisogna pranzare, che spariscono e che vengono ritrovati dopo Ferragosto.

E poi, come abbiamo detto arrivano le vacanze con il turbine di nipoti, amici, pranzi, cene, brindisi e come vengono, vanno via, lasciando la cuoca nella mestizia. E soprattutto nello sconforto perchè ci sono da smontare due alberi di Natale e le decorazioni di due case. Quindi una volta che vi ho detto dove è sito il soppalco, sappiate che riprendiamo la scala per tirare giù le scatole, il Re Ce Consorte sotto alla scala a riceverle e si disfa tutto. No, non si può, perchè anche quest’anno, esattamente come in passato, la Regina Madre ha deciso di suddividere le decorazioni in sacchetti trasparenti, solo che l’anno scorso le aveva divise per colore e quest’anno per tipologia. L’anno prossimo non lo ricorderà e dirà che non è possibile che quel brutto lavoro sia stato fatto da lei. Sappiate che la cuoca ha impiegato esattamente un’ora per togliere le sette otto serie di luci dall’albero che si erano intrecciate (“Ma quanto tempo ci stai mettendo?” “Mamma c’erano una montagna di serie di lampadine che c’è voluto parecchio tempo da sciogliere” “La prossima volta ne metti di meno!”

Dopo tutta questa fatica, soprattutto emotiva, bisogna consolarsi. Lo so, non è un pane salutare, ma quanto è buono! Lo so che le vacanze di Natale con il suo carico glicemico e colesterolemico ce lo dovremmo lasciare alle spalle, ma un morsetto, un solo morsetto, non si nega a nessuno, per piacere!

Pane con i ciccioli

Preparazione 20 minuti
Cottura 50 minuti
Tempo totale 1 ora 30 minuti
Portata Lievitato, Pane
Cucina Italian
Porzioni 1 pagnotta

Ingredienti
  

  • 80 gr lievito madre al raddoppio
  • 300 gr acqua temperatura ambiente
  • 80 gr acqua aggiuntiva
  • 250 gr farina 0
  • 250 gr farina forte
  • 1 cucchiaino miele (o malto)
  • 250 gr ciccioli freschi affettati
  • 10 gr sale

Istruzioni
 

  • Miscelare le due farine e unire l’acqua mischiando un pò, lasciando che la farina si idrati.
  • Lasciar riposare così per circa 30-40 minuti.
  • Aggiungere la pasta madre, il malto sciolto nell’acqua aggiuntiva e per ultimo il sale.
  • Impastare, facendo assorbire l’acqua.
  • Lasciar riposare sotto una ciotola o in un contenitore chiuso ermeticamente per mezz’ora.
  • Trascorso questo tempo fare stretch and fold (buttare con violenza l'impasto sul tavolo e avvolgerlo su sè stesso) ripetendo l’operazione per altre due volte ad intervalli di 45 minuti. Giù nelle note trovate il link ad un video dove è spiegata benissimo la tecnica.
  • Stendere l'impasto dando una forma rettangolare anche se non precisa e non importa lo spessore. Stendere i ciccioli e arrotolare su sè stesso.
  • Mettere a lievitare in un cestino da lievitazione.
  • Coprire con della pellicola e mettere in frigo per 18 ore (la sera e la notte).
  • La mattina dopo tirare fuori l’impasto dal frigo e si noterà che è già un pò lievitato. Lasciar proseguire la lievitazione per altre tre ore circa.
  • Inserire nel forno un pentolino di acciaio con acqua. Accendere il forno a 240° . Quando è arrivato a temperatura ribaltare l’impasto sulla placca da forno e infornare.
  • Cuocere per un’ora come segue: nei primi 20 minuti abbassare gradualmente la temperatura fino a 200°, quindi proseguire per 30 minuti. A questo punto infilare un cucchiaio di legno fra il forno e lo sportelo, creando uno spiffero per 10 minuti. Sfornare, lasciar intiepidire su una gratella e tagliare solo quando è freddo.

Note

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8 Comments on Pane con i ciccioli (o cicoli)

  1. Michela Menta e Rosmarino
    14 Gennaio 2020 at 11:20 (5 anni ago)

    Cara Patty, quante risate mi hai fatto fare 🙂 sei piena di pazienza! Ma permettimi di adorare la Regina Madre..ahahahah.
    Bello il pane, anche se vedo male le foto. Ti mando un grande abbraccio :-*

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    • Patti
      17 Gennaio 2020 at 15:29 (5 anni ago)

      Michela, tesoro, quanto tempo!! Hai ragione che vedi male le fotografie, perchè avevo fatto gli scatti nel primo pomeriggio con luce scarsa, con l’intenzione di aggiustare il tutto. Solo che non so che caspito ho combinato sul pc e non mi lavora più il programma. Quindi ora tornerò come ai bei vecchi tempi quando si fotografava unicamente di giorno, con tanta luce naturale. Un ban bascio forte forte

      Rispondi
  2. LaRicciaInCucina
    15 Gennaio 2020 at 7:54 (5 anni ago)

    Parlando con un collega che è entrato nel gruppo da pochi mesi e sentendolo raccontare della dedizione, passione e divertimento con cui lui ed i suoi figli costruiscono il presepe ogni anno, mi sono ritrovata a chiedergli se per caso quello era un rito che compiva anche lui quand’era piccolo con suo padre. Risposta: sì.
    La domanda è nata dal fatto che: 1) nel suo presepe quest’anno è stata inserita a pieno diritto una scala a pioli rosa perché questo era il volere della sua bimba; 2) per me addobbare casa e “fare l’albero” è sempre stata una grandissima rottura di cabbasisi (in età più adulta perché da piccola era proprio il momento del terrore) in quanto “aiutare” mia madre negli addobbi di casa equivaleva a sentirmi strillare dietro “non vedi che le luci non sono armoniose?”, “hai messo due palline dello stesso colore vicine!”, “ma ti pare il modo di mettere i festoni?!?!?”.
    Insomma: ciò che facevo veniva rivisto, corretto e smontato dal passaggio dell’uragano “madre” che soffiava come una locomotiva ed il cui umore, tra l’altro, diventava sempre + cupo perché di fatto le mie azioni rallentavano l’opera.
    A parte questo: le operazioni di smontaggio degli addobbi a casa di LoveOfMyLife e mia sono durate 33 minuti netti..ma è anche vero che casa nostra non è che fosse così “natalosa”. Va beh.
    Questo pane con i ciccioli mi fa venire un’acquolina pazzesca. Chissà che goduria!!!
    Un abbraccio

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    • Patti
      17 Gennaio 2020 at 15:33 (5 anni ago)

      Io cerco di coinvolgere le mie figlie, ma quelle sono più strane della mamma: mi aiutano nella parte più noiosa e faticosa, vale a dire il montaggio dell’albero, poi quando si tratta di decorarlo arriva un cinguettio: “Ti dispiace se non ti aiutiamo?”. E mi dispiace si, ma non fa niente, è un’attività che mi rallegra. Dì al tuo collega che la scala a pioli rosa è una cosa che mi piace da morire, molto trendy. Un bascetto

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  3. ipasticciditerry
    16 Gennaio 2020 at 12:19 (5 anni ago)

    Ahaahahahha e io che credevo mia madre fosse una rompi balle!! Ahahahah sono qui scompisciata dalle risate. Hai tutta la mia comprensione cara cuoca del mio cuor. Sappi che mi sei mancata molto. Ottimo questo pane, in effetti un pò calorico ma che ci frega a noi? Ne mangiato un pezzettino più piccolo ma in barba al colesterolo! Un bacione

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    • Patti
      17 Gennaio 2020 at 15:35 (5 anni ago)

      Il pane per fortuna l’ho diviso con il parentado a Natale, quindi è toccato un pezzettino per uno e con tutto quello che stava a tavola nessuno si accorto dell’ammontare delle calorie. terry, quindi anche tu sei vittima di una madre pignola, eh? Ma quanta pacienza! Un bascione gioia

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  4. zia Consu
    19 Gennaio 2020 at 11:50 (5 anni ago)

    Eh si, direi che questo pane ci voleva proprio! Capisco il carico emotivo che ci vuole a star dietro a persone anziane..gli scorsi anni vivevo la stessa storia con la mia nonna paterna..sono abitudinari e più vanno avanti con l’età e più diventano egoisti e prepotenti. Probabilmente sarà anche la nostra sorte ma avere vicino qualcuno che ci ama e ci asseconda sarà il regalo più bello chela vita possa metterci davanti. Un abbraccio tesoro <3

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    • Patti
      20 Gennaio 2020 at 13:04 (5 anni ago)

      Si, hai ragione. Io mi lamento, ma l’affetto delle persone care è impagabile. Un bascetto

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