(Questo titolo in una eventuale ricerca non verrà mai trovato….!!)


Quando la cuoca era piccina, le sue estati le passava nella campagna romagnola come fa ancora oggi e di questo ne abbiamo abbondantemente parlato… cosa che non abbiamo mai detto è che tanti anni fa (non tantissimi… il giusto!) le scuole cominciavano il primo di ottobre e non alla metà di settembre. A ciò si aggiungeva il fatto che il meteo campano regalava giornate estive fino a quando qualcuno non lo avvertiva che era ora di abbassare un pò le temperature altrimenti a Natale si sarebbero squagliati i cioccolatini nei bar. Questa combinazione di fattori faceva si che mentre gli amichetti settentrionali della cuoca cominciassero a cacciare i cappottini dall’armadio, lei e la sua famiglia partivano per una tre giorni di mare, sole e tanto amore verso la costiera amalfitana. Venerdì mattina presto caricavano i bagagli nella Fiat Cinquecento blu (regalo che il Re consorte fece alla Regina madre in occasione della nascita della cuoca, che ora è diventata bianca, ma ancora esiste e cammina meglio di una Ferrari!!), si facevano spazio fra i bagagli per poter salire in auto e partivano, finestrini aperti e selezione di canzoni da cantare a squarciagola (tranne il Re Consorte, al quale era categoricamente vietato cantare perchè è uno che stona pure quando fischia!). All’incredibile media di 60km/h dopo qualche ora arrivavano a destinazione, una deliziosa pensioncina dalla quale si godeva una fantastica vista su Positano… la cosa meno deliziosa era il tragitto che dovevano fare a piedi dalla cima del paese fino al mare e viceversa (soprattutto viceversa!). Però questo consentiva di godere di momenti particolari irripetibili: l’incontro con attori americani famosi perchè Zeffirelli aveva una villa nella quale spesso ospitava i suoi amici, tipo Richard Burton e Liz Taylor (che la Regina Madre una volta vide azzuffarsi malamente in una delle stradine del paesino), Carla Fracci, Liza Minelli… Ma quello che alla cuoca bambina piaceva di più era passare davanti la vetrina di una pasticceria (che ancora esiste) sita in un angolo ombreggiato nella quale venivano esposti avanguardisti babà con panna e fragoline, tortine glassate al cioccolato con decorazioni a contrasto, capresi spolverate con zucchero a velo sulle quali si leggevano messaggi d’amore, sfogliatelle ricce e frolle, zeppole anche se non era San Giuseppe… La cuoca e il fratello si attaccavano con il naso nelle due vetrine aspirando i profumi che arrivavano dall’interno.

Una volta tornado dal mare, sull’impervia salita, la cuoca e il fratello si persero: avevano sei e cinque anni. Il piccolo principe, si sedette su un muretto e cominciò a piangere affranto (avevamo già raccontato qui la sua inclinazione ad avvilirisi in ogni circostanza). La cuoca da brava sorella maggiore cercò di consolarlo esortandolo ad alzarsi e a darle la mano, perchè lei ricordava la strada per arrivare alla pensioncina, ma lui niente, continuava a disperarsi sentendosi abbandonato dalla sua mamma e dal suo papà… Dopo aver abbondantemente ascoltato i suoi lamenti che obiettivamente non stavano portando a niente, la cuoca passa alle vie di fatto: gli molla un ceffone che dopo trentanove anni lui ancora ricorda, lo tira per un braccio e lo porta dritto dritto (sempre in lacrime) in albergo dove c’era la Regina Madre che con occhi spiritati stava già mobilitando i carabinieri, la polizia municipale, pompieri, i carristi e la protezione civile (oggi la cuoca la capisce.. allora pensò che forse stava esagerando)… Dopo un pò arrivò anche il Re Consorte che si era fatto la strada a ritroso (discesa e salita) senza fiato sia per la fatica sia per il terrore di non aver ancora trovato le parole per dire alla moglie che i figli non li aveva incontrati! Ma eccoli lì a risparmiargli l’ira funesta della Carmelide moglie…

Quando organizzavano queste gite, al casello di Castellammare di Stabia, approfittando della inevitabile coda che veniva a formarsi c’era uno stuolo di persone che vendevano qualsiasi cosa, dai fazzoletti ai panni di daino per i vetri, dalle calamite da attaccare al cruscotto delle macchine (Non correre, pensa a me!) ai salvagenti… Ma vendevano anche pacchi di biscotti tosti coperti con glassa che alla cuoca non sono mai piaciuti e pacchi di taralli ‘nzogna e pep’ (tutta sta storia per arrivare qui??) di cui la cuoca era ghiotta da piccola e lo è ancora oggi… nell’arco degli anni ha provato tante ricette, provando provando fino a quando sono venuti fuori quelli che per lei sono i tarallucci della sua infanzia che sgranocchiava sul sedile posteriore della Cinquecento insieme al fratello sbriciolando abbondantemente sulle valigie…

INGREDIENTI (per circa 12 taralli)

300gr di farina 1

200gr di semola rimacinata

150gr di acqua (indicativamente)

100gr di strutto (‘a nzogn)

100gr di lievito madre rinfrescato almeno sei ore prima

100gr di mandorle con la buccia

1 cucchiaino di sale

2 cucchiai abbondanti di pepe

PROCEDIMENTO:

Fare un preimpasto. In una ciotola unire il lievito madre a 100gr di farina 1 e un pò d’acqua a temperatura ambiente e farne un panetto liscio e morbido che non appiccichi alle mani. Farlo lievitare una notte in forno spento coperto da pellicola. La mattina dopo con un mixer mischiare le farine con lo strutto per avere una farina granulosa al quale aggiungere sale e pepe. Tostare le mandorle un paio di minuti a 180°. Con un coltello tritarle grossolanamente tenendone da parte qualcuna da applicare sui taralli. In una ciotola unire le farine struttate e il lievito madre e aggiungere tanta acqua quanta ne serve per avere il bel panetto liscio, morbido e non troppo compatto (se lo è aggiungere altra acqua perchè altrimenti i taralli non crescono e lo capirete già nel momento in cui farete i cannelli di pasta perchè si romperanno). Aggiungere le mandorole tritate e amalgamare bene nell’impasto. Quando la massa sarà morbida e liscia staccare 22 panetti e fare dei serpentelli di pasta lunghi circa 20 cm e intrecciarne due insieme unendo le estremità. Applicare le mandorle rimaste sui taralli. Disporli su una teglia coperta da carta forno e coprirli con un canovaccio. Far lievitare per almeno 5 ore (in ogni caso fino al raddoppio). Infornare a 180° per 45′.

L’angolo del sommelier: Lettere Frizzante della Penisola Sorrentina.

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75 Comments on O’ tarall nzogn’ e pep’ (con lievito madre)

  1. Flora
    13 Febbraio 2014 at 17:00 (11 anni ago)

    Bellissimi questi taralli brava come sempre, Patty sei un mito!
    un abbraccio forte
    Flora

    Rispondi
  2. Ely
    13 Febbraio 2014 at 17:04 (11 anni ago)

    Quant si bellell, Pattina <3 <3 Si accussì dooooce!!!! <3 <3 😀 Ahah, il ceffone è mitico, povero fratello.. oh, uno prova con le buone… 😉 Poi si passa ai fatti! Ho sognato leggendo le tue descrizioni, sai? Ti immaginavo col visino alla pasticceria, tenera.. E ti ringrazio tanto di questa ricetta.. la cercavo da tempo perché 'o uaglion mij' li desiderava da matti, poiché glie li preparava la sua nonna ad Ercolano!!! I tuoi sono proprio unici tesò! Un abbraccione gigante!!

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 8:26 (11 anni ago)

      Ely ma tu sì doce comm' na tazzulell e cafè!!! Che meraviglia, come parli bene… Ricorda se vuoi farli di creare la giusta morbidezza con l'acqua. Un bascione!!

      Rispondi
  3. Erica Di Paolo
    13 Febbraio 2014 at 17:05 (11 anni ago)

    Il tuo modo di raccontare la tua vita è decisamente esilerante e fa sorridere anche in una triste giornata uggiosa. Per questo ti dico grazie. Per questo sorriso regalato e per una condivisione che, ora, fa stare me con il nasino piantato sul monitor del pc ^_^
    Sei grande Patty!!

    Rispondi
  4. marina riccitelli
    13 Febbraio 2014 at 17:06 (11 anni ago)

    che storia commovente!! sob, sob!! risoluta cuoca fin da piccola!! e che taralli!!! magnifici come i tuoi ricordi, mi è sembrato di essere anch'io sulla 500!!! bacioni

    Rispondi
  5. Enrica - Vado...in CUCINA
    13 Febbraio 2014 at 17:06 (11 anni ago)

    Bello il racconto, ma l'ultima foto è una medaglia al valore della cuoca!!!
    Mio figlio adora i taralli, dovrò fargli provare anche la tua ricetta baci

    Rispondi
  6. Giustina
    13 Febbraio 2014 at 17:08 (11 anni ago)

    fantastici questi taralli e buonissimi…complimenti per la ricetta. Baci

    Rispondi
  7. Kappa in cucina
    13 Febbraio 2014 at 17:10 (11 anni ago)

    Sei favolosa!!! tu, le storie e le ricette! unica!!! gnammy! baci cara!!

    Rispondi
  8. Sara
    13 Febbraio 2014 at 17:20 (11 anni ago)

    AAJAJAJAJahahahahah…che spasso Patti che sei :D! mitica..mi hai fatto troppo ridere…:D! ricettina ottima…:D!

    Rispondi
  9. Sandra dolce forno
    13 Febbraio 2014 at 17:26 (11 anni ago)

    E no che non potevi non portarli a Panissimo!! (…speriamo che non legga una maestra ciò che ho scritto..) insomma ci siamo capite, vero? Si che ci siamo capite 🙂
    Patty, peccato che questo post in una eventuale ricerca non verrà trovato..TUTTI dovrebbero leggerlo!!
    Ancora rido ..povero fratello, povero re padre..ma quanto mi diverti!!
    E i tuoi taralli.. che belli e che buoni devono essere ..GRAZIE!!

    Rispondi
  10. consuelo tognetti
    13 Febbraio 2014 at 17:28 (11 anni ago)

    6 sempre coinvolgente nelle tue introduzioni e che dire di queste delizie??? Mi fanno letteralmente impazzire 😛

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 8:34 (11 anni ago)

      Zia non sai quanto sono buoni… poco salutari… ma quanto sono buoni!! Un bascione!

      Rispondi
  11. terry giannotta
    13 Febbraio 2014 at 17:42 (11 anni ago)

    Ahhh ma sono salati? Pensavo fossero dolci… Che bei ricordi, mi piace un sacco quando racconti della tua infanzia. I taralli del ricordo. Brava Patty un abbraccione

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 8:35 (11 anni ago)

      Terry sono salati… sono una cosa tipica della campania… io li adoro, li mangerei di continuo… ma nun ze pò! Un bascione!

      Rispondi
  12. Mimma Morana
    13 Febbraio 2014 at 17:59 (11 anni ago)

    Pattyyyy!!! riesci a farmi sorridere…anzi ridere, anche quando , proprio, non ne ho voglia!!!!! sei una forza della natura e questa preparazione è fantastica!!!!! un bacione!!!

    Rispondi
  13. Michela
    13 Febbraio 2014 at 18:49 (11 anni ago)

    Tesoro, mi ritaglio sempre un attimo di calma per leggerti perche AMO leggerti. Non so se mi spiego. E leggo tutto una tirata, rivivendo immagini che passano solo attraverso i tuoi racconti.
    Stai lasciando qualcosa di bellissimo alle tue ragazze, che da grandi potranno leggere e sorridere di tutto ciò.

    I taralli li amo follemente e questi ti garantisco che li rifaccio, parola mia.

    Ti voglio un bene che non posso spiegare, perché ti leggo vera e ti sento tanto vicina ♥

    Ma non dimentichiamo una ricca sguaiata risata per il baba' avanguardista 😀
    Patty grazie di esserci! !♥

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 8:43 (11 anni ago)

      Michè bella che sei… quando li rifarai ricorda l'acqua, è importante per la morbidezza dei taralli… che devono essere croccanti ma non scriscitati (non cresciuti!)… Un bascione bella e grazie di tutto il sentimento che mi trasmetti! Un bascione!

      Rispondi
  14. Annalisa B
    13 Febbraio 2014 at 18:50 (11 anni ago)

    O_O Ma che belli che sono!!! Principeschi, proprio adatti ad un banchetto sia fuori che dentro un castello!!
    Complimenti Patty!
    Sei un'artista!!
    Un abbraccione<3

    Rispondi
  15. Dani
    13 Febbraio 2014 at 19:23 (11 anni ago)

    Patty io sono una campionessa a mangiare questi taralli! E non avevo la minima idea di come si facessero! Mo devo provare, ma dato che ho fatto schiattare il povero lievito madre devo usare quello di birra, ma con il lievito di birra sono una pippa…mmmmmmmmm…….. mo sai che faccio? Quando la settimana prossima scendo da mammà glieli faccio fare a lei 😀

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 8:45 (11 anni ago)

      Ma come hai fatto schiattare il lievito???????? Potrei anche fermarmi qui… ma siccome voglio bene a Riccardino non dico niente… capisco il momento! Ma si fai farli fare a mamma: ti riposi e te li godi! Un bascione!

      Rispondi
  16. Valeria Della Fina
    13 Febbraio 2014 at 19:37 (11 anni ago)

    Io adoro i taralli napoletani, qui in Piemonte sono impossibili da trovare.. Non mi resta che provarli in casa! Un bacio 🙂

    Rispondi
  17. Elisa Cima
    13 Febbraio 2014 at 20:16 (11 anni ago)

    Ma che bel viaggetto nella tua infanzia mi hai fatto fare!!
    Mi è venuta voglia di fare questi taralli,sono troppa curiosa!
    Un abbraccio!

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 8:48 (11 anni ago)

      Elisa… anche tu mi hai fatto fare bei viaggetti nella tua infanzia facendomi rivivere fra l'altro luoghi a me cari!! Ti bascio forte Eli e bentornata!!!

      Rispondi
  18. Beatrice Rossi
    13 Febbraio 2014 at 21:29 (11 anni ago)

    Buoniii! Li ho sentiti una volta e mi è rimasto il gusto in memoria, sono un piacevolissimo ricordo… che spero di far rivivere con la tua ricetta! Un bacio Patty cara :*

    Rispondi
  19. Flavia R
    13 Febbraio 2014 at 21:50 (11 anni ago)

    O mamma mia…sono dieci minuti che cerco di commentare e non riesco…mi trema il dito dal ridere!!!ma si può ridere fino alle lacrime?!? Mi hai fatto scompisciare soprattutto quando hai descritto il tuo papà che tornava da tua mamma senza avervi ritrovato!!! Io non ti ho mai scritto ma ti leggo sempre perché oltre al buon cibo da te trovo tanta gioia e verità! BaScioni!!!

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 9:14 (11 anni ago)

      Flavia che bello che mi hai scritto… non sai quanto sono stata piacevolmente sorpresa… ma tu sei la stessa Flavia della caccoletta di lievito dallo zio Piero? Se sei tu, sappi che mi hai fatto schiantare dalle risa! Un bacsione!

      Rispondi
    • Flavia R
      14 Febbraio 2014 at 9:22 (11 anni ago)

      Si si cara sono sempre io!!!non ho un blog ma amo pasticciare in cucina e prendo ispirazione da voi!!! Allora le risate ce le siamo fatte tutte e due!a presto bella!!!

      Rispondi
  20. paneamoreceliachia
    13 Febbraio 2014 at 22:47 (11 anni ago)

    Che ridere! Mi sento una deficiente ma ti vedo li che con piglio deciso dai una bella sberla a tua fratello piangente e mi viene troppo da ridere!!! Io anche da piccola andavo con i miei in Campania e questi taralli sono davvero una vera goduria, proverò a rifarli di sicuro!!! Un abbraccio Patty!!!

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 9:56 (11 anni ago)

      gluten free però!!!! Ma sai quante sberle gli ho dato anche dopo? Porello… non so come ha fatto a sopportarmi! Un bascione

      Rispondi
  21. Cristina D.
    13 Febbraio 2014 at 22:51 (11 anni ago)

    E' un gusto leggerti ! Scrivi che mi par di esser li a godermi le scene. Belle le sbriciolate in macchina, quelle me le ricordo pure io. E mi piacciono ancora, tanto che adesso le faccio con mio figlio e non più con mio fratello. Anche il. Io si è beccato un ceffone…beh…più d'uno….da me. Un bacione bella donna

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 9:58 (11 anni ago)

      Cri che delizia che sei!!! Ma se non li picchiavamo noi i fratelli… chi ci pensava? Un bascione cara!

      Rispondi
  22. Roberta Morasco
    13 Febbraio 2014 at 23:25 (11 anni ago)

    Allora, mi sono messa bella tranquilla adesso..perché prima avevo le due pesti tra i piedi e tutta la storia me la volevo leggere con la dovuta calma…sai che ti ho vista nel tuo racconto? Mi sono immaginata tutto, tu davanti alla pasticceria, tu a fare avanti ed indietro per il tragitto fino al mare, tu che tiravi il sonoro ceffone a tuo fratello ( tremenda eh!!!) e ti che ti mangi questi taralli dietro in macchina….:-D bellissimo racconto e mi immagino anche il sapore di questi taralli dal nome assolutamente impronunciabile!!! Ti abbraccio forte!! Roby <3

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 10:02 (11 anni ago)

      Pensa che quella pasticceria esiste ancora oggi… quanto l'adoravo!!! Pensa che forse in tutta la vita ci ho mangiato un babà diviso in quattro perchè già si faceva il sacrificio di andare al mare una volta di più (poi in un posto bellissimo) , e non ci potevamo permettere altri sfizi… bei tempi quando ai figli si poteva dire no! Un bascione gioia!!

      Rispondi
  23. An Lullaby
    13 Febbraio 2014 at 23:27 (11 anni ago)

    Ma che spettacolooo!!!!!!!!Devono essere la fine del mondo!!! Stupende le foto e bellissimo il tuo modo di raccontarti, mi fai sorridere ed è sempre un enorme piacere venire a trovarti 🙂

    Rispondi
  24. conunpocodizucchero Elena
    14 Febbraio 2014 at 6:03 (11 anni ago)

    immaginarti bambina che, con quel musetto sfrontato e simpatico, saliva sulla tua 500 e sognavi tre gg di mare e sole (e di taralli) mi dà una serenità che mi farà andare al lavoro più felice oggi! 🙂
    sei un mito Patty, ma qs già lo sai! tanti baci

    Rispondi
  25. Ilenia Meoni
    14 Febbraio 2014 at 6:27 (11 anni ago)

    Che bello il mare fuori stagione! Che invidia! I tuoi taralli sono magnifici! Bravissima un bacione carissima

    Rispondi
  26. Unafettadiparadiso
    14 Febbraio 2014 at 8:46 (11 anni ago)

    ….vado di corsa stamane …. non posso leggerti….mpfmmmm….però un tarallo tra là là, due taralli tra là là…..me ne posso rubare un paio? Ho bisogno di forze!!!!
    bacioni

    Rispondi
  27. Isabella
    14 Febbraio 2014 at 11:04 (11 anni ago)

    I tuoi racconti sono sempre piacevolissimi e' un piacere leggerti e la tua ricetta veramente interessante,ma lo sai che non ho mai mangiato i taralli,tu mi hai appena dato l'occasione per provarli! Buon San Valentino cuoca…chissa' la tua adolescente fatina come vivra' questa giornata,il mio adolescente principe stamattina sembrava tranquillo speriamo sia tranquillo tutto il giorno 😉
    Ti auguro buon week end Patti cara,bacioni.

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      14 Febbraio 2014 at 12:20 (11 anni ago)

      Isa … non tanto la grande quanto Flavia, la seconda… era tutta emozionata… però lei è una inguaribile romantica ❤. Un bascione forte forte!!

      Rispondi
  28. sississima
    14 Febbraio 2014 at 20:00 (11 anni ago)

    sono molto, molto invitanti, complimenti!! Un abbraccio SILVIA

    Rispondi
  29. Chiarapassion
    14 Febbraio 2014 at 20:47 (11 anni ago)

    Patty quanti ricordi in questo post e poi i taralli ecco io li adoro e quando scendo a Napoli li compro sempre. Ma dove avevi la casa? Furore?
    Baci
    Enrica

    Rispondi
  30. ilcastellodipattipatti
    15 Febbraio 2014 at 7:46 (11 anni ago)

    No Enrica, nessuna casa. Andavamo in una pensioncina (vattelapesca come si chiamava) che stava in pizzo in alto a Positano, dalla quale si godeva una vista meravigliosa, ma si faceva una fatica belva per arrivarci a piedi…. Un bascione grandissimo!

    Rispondi
    • Amber
      8 Giugno 2017 at 2:17 (8 anni ago)

      Trudno mi uwierzyć, żeby aż tak nie zrozumiaÅ‚ Pan notki Seamana. Na wszelki wypadek zwrócÄ™ jednak Panu uwagÄ™, że napisaÅ‚ on również “Jarek jest z nas”. Pan zdaje siÄ™ nie dostrzegać w swojej publicystyce tego ważnego faktu i skupia siÄ™ wyÅ‚Ä…cznie na “JesteÅ›my z Jarka” przez co ma/kreuje Pan nieprawdziwy obraz naszej podiiykt.Pozlrawiam

      Rispondi
  31. cadè
    15 Febbraio 2014 at 8:10 (11 anni ago)

    Un bel racconto Patty, divertente e spiritoso ma dietro questi ricordi che emozioni! Mi hai fatto tornare alla mente i viaggi con la mia famiglia, solo che mio fratello è più grande di me, anche più grosso per la verità, e schiaffi niente!!! Anche la 'zogn, da noi è la sugna, fa parte dei ricordi, l'ho vista preparare, e questi taralli devono essere buonissimi!
    Bacio

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      16 Febbraio 2014 at 9:31 (11 anni ago)

      Cadè io e mio fratello avevamo solo 15 mesi di differenza ma lui fino ad un certo punto è stato molto più piccolo di me… poi è diventato enorme…. Si in effetti questi taralli sono proprio buonissimi! Un bascione!

      Rispondi
      • Ruvell
        8 Giugno 2017 at 2:31 (8 anni ago)

        Things like the JCAHO become tools of the adtmiistrainve mafia. HIPAA is also a tool to enforce silence between healthcare providers. PR is controilled by administration and is very powerful, especially with newspapers and TV stations who want the hospital's advertising dollars.All of the things that are supposed to help are twisted to serve the needs of the leadership.

        Rispondi
    • Boss
      8 Giugno 2017 at 1:56 (8 anni ago)

      The items under the menu bar. For example, on your layout design above the “boxes” that I am speaking about you have entitled “Responsive Design,” “Fully Cu1osmizable,&#822t; and “Color Option.”How do I create like “boxes” or columns on my page and what is the appropriate technical term for the “boxes”

      Rispondi
  32. Valentina Profumo di cannella e cioccolato
    15 Febbraio 2014 at 11:59 (11 anni ago)

    mi sono letta tutta il racconto e mi sono immaginata tutto per filo per segno!!! 🙂 eche buoni questi taralli.. emm scusa se non scrivo tutto il nome.. ahah 😉
    buon sabato
    vale

    Rispondi
    • ilcastellodipattipatti
      16 Febbraio 2014 at 9:47 (11 anni ago)

      Benvenuta Vale… mi fa piacere che ti sei unita alla nostra truppa!! Un bascione grande ❤

      Rispondi
  33. Anisja
    15 Febbraio 2014 at 16:48 (11 anni ago)

    Sei troppo simpatica!!!! Bellissime le tue vacanze da bambina!!!
    Ho ben presente i biscotti glassati a cui ti riferisci e i taralli.
    Complimenti i tuoi sono perfetti, bravissima!!!!
    A presto …

    Rispondi